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Regione Piemonte

Storia e descrizione dello stemma comunale

Storia e descrizione dello stemma comunale

In data 7 luglio 1901 Vittorio Emanuele III, Re D’Italia, emise un decreto per la concessione al comune di Volpeglino della facoltà di fare uso di un particolare stemma civico. Dopo la registrazione di detto decreto alla corte dei conti e trascritto nei registri della Consulta Araldica e dell’Archivio di Stato a Roma, lo stemma venne spedito al comune di Volpeglino.

Il comune di Volpeglino in data 24 novembre 1901 è stato iscritto nel libro Araldico degli Enti Morali.

Lo stemma è costituito da uno scudo rosso contenente un leone d’oro su una base d’oro. Lo scudo è sormontato da un cerchio di muro d’oro, cimato da otto merli uniti da muriccioli tutto d’argento.

LEGGE 4 agosto 1951, n. 1123
Ratifica di n. 247 decreti legislativi emanati dal Governo durante il periodo dell’Assemblea costituente, concernenti costituzione e ricostituzione di Comuni.

(GU Serie Generale n.253 del 03-11-1951)

10  luglio  1947, n. 823Ricostituzione dei comuni di
Berzano di Tortona, Monleale e Volpeglino (Alessandria).

Sezioni

Situato all'imbocco della valle del torrente Curone, Volpeglino deriva il proprio nome, secondo alcuni studiosi, dalla vicina Volpedo, di cui il toponimo sarebbe un diminutivo. Altri, basandosi sulla documentazione medioevale, sostengono invece la totale indipendenza dell'etimo, che indicherebbe un "luogo dove sono diffuse le volpi". Inoltre risulta che nel catalogo delle corti di proprietà dell’Abbazia di Bobbio ai tempi dell’abate di Guala, zio di Carlo Magno, è nominato Vulpidino, trasformatosi poi in Volpeglino.

Il borgo entra nella storia nel XII secolo come luogo fortificato facente parte con Castellaro e Rosano del feudo dei Guidobono.

Appartenente al distretto di Tortona, diviene libero comune nel 1245. In seguito passa sotto l'influenza dei Visconti, che lo cedono in feudo, insieme ad altri possedimenti, al capitano Perino da Tortona, e poi ai Guidobono Cavalchini. Agli inizi del XV secolo il borgo deve subire l'assedio e il saccheggio da parte di soldati genovesi avversi al duca di Milano, appoggiati anche dagli uomini di Volpedo e Monleale: per questo motivo ottiene dai milanesi immunità ed esenzioni per alcuni anni. Il paese sorge su uno sperone collinare prospiciente la pianura e il corso del Curone. Il comune di Volpeglino fu soppresso con regio decreto del 21 novembre 1928 ed aggregato a quello di Volpedo; fu ristabilito nel 1947.

Il territorio compreso tra Volpeglino, Monleale, Viguzzolo e Volpedo, posto in prossimità dello sbocco in pianura delle valli dei torrenti Curone e Grue, presenta caratteristiche del terreno e del clima tali da rendere questa zona adatta per le coltivazioni frutticole. Se si aggiunge a queste fortunate circostanze la felice situazione delle vie di comunicazione, che pongono questo lembo del Piemonte in posizione equidistante da Milano, Genova e Torino, si spiega la vocazione assunta dall'agricoltura locale, che si è andata specializzando nella produzione di uve da vino e da tavola, di fragole e di pesche.

Abitanti:

  • a inizio secolo (censimento del 1901): 372
  • al 31/01/2010: 175

Frazioni:

  • non ci sono delle frazioni, ma solo delle cascine sparse

Territorio:

  • Superficie: 3,22 Km2
  • Altitudine: 246 (massimo 301) metri s.l.m

Don Pietro Maggi (1829 -1909)

Nel 1864 acquistò l’attuale canonica e si distinse perché impiantò a Volpeglino un osservatorio astronomico e meteorologico che rimase attivo dal 1870 al 1920.

Alfredo Guidobono (1876 -1945)

Volpeglino in particolare può vantare il primato di aver imposto nella zona la coltivazione intensiva del pesco grazie alle pionieristiche sperimentazioni di Alfredo Guidobono: egli, attivo in questo campo forse già dal 1911, per trovare una alternativa alla viticoltura allora gravemente in crisi per le infestazioni di fillossera, finì con il dare il proprio nome, nella versione popolare, alla prima varietà selezionata: la pesca "Waddel", da tutti ancora oggi ricordata come "Guidobono".

 Aldo Gentilini - pittore e scultore (1911-1982)

Nato a Genova il 07/02/1911. Si stabilì con il suo studio a Volpeglino. Seguì corsi di filosofia. Fu consigliato da Don Orione a ritirarsi in monastero, rimanendovi tre anni in clausura e praticando l’ascetismo. Ebbe una vita artistica di alti e bassi. Le sue innumerevoli opere venivano da lui cedute per pochi soldi. Era grande ammiratore di San Francesco D’Assisi e perciò non si adeguava al sistema commerciale. Ha esposto in molte mostre collettive e personali in Italia, Francia, Belgio, Olanda, Spagna, Canada, America, Australia, Germania e Svizzera. Come già per Guttuso e Brindisi nel 1982 a Bologna gli fu assegnato il premio "LA QUERCIA D’ORO". Si spense nel suo eremo di Volpeglino il 10/08/1982.

Carlo Pedenovi - scultore e pittore (1927 - 2010)

I primi segni di una predisposizione all'arte li ha amanifestati fin dall'infanzia plasmando per gioco piccoli animali con la creta e seguendo, con interesse e curiosità, quando aveva solo sette od otto anni, Sala e Patri, due anziani pittori tortonesi, mentre dipingevano nell'orto dei Capuccini. Ma tra la pittura e la scultura, sarà la seconda a prendere il sopravvento perchè fin dall'inizio, sentendosi sopratutto scultore, ha deciso di seguire la propria vocazione plastica che troverà un solido supporto nel disegno, praticato fin da ragazzo, come copia dal vero, per una interna incoercibile esigenza di espressione. Poco più che ventenne il giovane artista ha cominciato a frequentare lo studio genovese di Antonio Marra dove ha appreso i fondamenti del mestiere. Dopo questa proficua esperienza si è iscritto all'Accademia di Brera dove ha frequentato l'aula di scultura di Luciano Minguzzi, un artista che aveva innestato sul tronco del proprio iniziale realismo suggestioni provenienti dall'Espressionismo e dal Cubismo. Nell'arco di tutta la sua carriera ha saputo mantenere un solido legame con la classicità, con i grandi maestri del passato e con il mestiere tradizionale, rivisitandoli però alla luce dei linguaggi contemporanei. Scultore e pittore figurativo, legato a Volpeglino per radici famigliari, ha scelto di vivere in paese per amore della natura e del vario paesaggio circostante. Per essenza scultore ha plasmato argilla e gesso, ha scolpito marmo e pietra. Ha realizzato opere con forme personali e caratteristiche sui temi sacri e profani. Esperto rocciatore ha preso parte a spedizioni memorabili.

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